GIUSEPPE NOVELLO

Giuseppe Novello, nasce a Codogno il 7 luglio 1897 da Eugenio Novello, veneziano, e Antonietta Belloni, codognese e sorella del pittore Giorgio Belloni. Studia al Liceo Berchet di Milano, frequentando con una certa regolarità lo studio dello zio pittore.

Nonostante la sua propensione all’arte, Giuseppe è indotto dal padre, direttore di banca, a iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza. Nel 1915 si laurea a Pavia con una tesi sui diritti d’autore nelle arti figurative, dopo aver combattuto la grande guerra da alpino, con la 46° Compagnia del Battaglione Tirano.

Entrato nel 1919 all’Accademia di Belle Arti di Brera, studia pittura sotto la guida di Ambrogio Alciati. La prima partecipazione a una mostra collettiva si colloca nel 1924, quando vince il Concorso Fumagalli con “Interno borghese”, da quel momento inizia una lunghissima e proficua serie di lavori e collaborazioni con gli esponenti della scena creativa a lui contemporanea.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Novello partecipa alla campagna di Russia con il V Reggimento Alpini. Rientrato in Italia nel marzo 1943, è fatto prigioniero a Fortezza il 9 settembre e trasferito nel campo d’internamento per ufficiali italiani a Czestochowa, in Polonia. Da qui è condotto a Benjaminovo e quindi nei lager tedeschi di San Bostel e Wietzendorf.

Potrebbe rientrare in Italia, in quanto “artista”, aderendo al Partito fascista, ma rifiuta e condivide la prigionia con Giovannino Guareschi, Roberto Rebora e il filosofo Enzo Paci. Rientra in Italia nell’autunno del 1945 e riprende a pieno ritmo la sua attività artistica.

Nel 1984 il Comune di Milano gli conferisce la medaglia d’oro di benemerenza. In occasione dei 90 anni di Novello esce una raccolta delle Cartoline lametta inviate dall’artista, nel corso degli anni, a parenti e amici.

Giuseppe Novello muore nella sua casa di Codogno il 2 febbraio 1988.


• Dal 1925 Novello collabora con “L’Alpino”, il quindicinale dell’Associazione nazionale alpini, dove i suoi disegni umoristici compaiono con la sigla “46”.
Nel 1929 pubblica per l’editore Treves il volume di vignette e racconti canzonatori “La guerra è bella ma scomoda”.
• Dal 1929 collabora con il periodico satirico-umoristico milanese “Guerin Meschino”.
• Nel 1930 le sue tavole compaiono su “Fuori Sacco”, sezione umoristica della “Gazzetta del Popolo”.
• La Stampa pubblica in terza pagina le sue illustrazioni per tre reportage estivi: un viaggio alla ricerca dei “monumenti più brutti d’Italia” nel ’32; un tour gastronomico nel ‘34, edito l’anno successivo da Treves in “Il ghiottone errante”; un itinerario turistico nelle principali località di villeggiatura del Nord Italia nel 1936.
• Negli anni ‘30 Mondadori pubblica le vignette di Novello, apparse su “Fuori Sacco” – oltre ad alcune inedite – in due volumi.
• Le sue tavole umoristiche compaiono su diverse testate europee: “Libertad” nel 1933, “Je suis partout” e “Berliner Illustrirte Zeitung” nel 1934.
• Dal 1936 “La Lettura”, supplemento culturale del “Corriere della Sera”, pubblica i suoi disegni.
• Nel 1939 esce, ancora per Treves, pubblica “Basso profondo”.
• Fra le due guerre partecipa a quasi tutte le esposizioni della Permanente di Milano e ad alcune Biennali veneziane, dove vince, nell’edizione del ‘40, il concorso per il ritratto con “Ritratto Estivo”.
• Nel 1946, tornato dalla guerra, riprende a disegnare per “La Lettura”.
• Dal 1948 le sue vignette compaiono ogni settimana sulla terza pagina de “La Stampa.
• Nel 1957 pubblica “Steppa e gabbia”.
• “Mondadori” torna a pubblicare le sue vignette in fortunate raccolte: “Dunque dicevamo” (1950), “Sempre più difficile” (1957), “Resti tra noi” (1967).
• Nel 1963 esce per Longanesi il volume illustrato “Vero bevitore”.
• Nel 1950 l’artista tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria Gian Ferrari di Milano e in seguito alla Galleria Gussoni, sempre a Milano.
• Dal 1965 disegna per l’Associazione laureati Ateneo Ticinese le matricole d’onore per le lauree assegnate dall’Università di Pavia ad Enzo Ferrari, Federico Fellini, Gianandrea Gavazzeni, Norberto Bobbio.
• All’inizio degli anni ‘70 contribuisce al riordino del lascito Lamberti, primo nucleo del museo di Codogno, al quale l’artista donerà alcuni dei suoi quadri più apprezzati, oltre a numerose tele di famiglia.
• Dal 1973 l’artista espone con regolarità presso la galleria milanese dell’amico Renzo Cortina in piazza Cavour.
• Nel 1978 la Ponte Rosso pubblica, in occasione dei festeggiamenti per i 200 anni della Scala, una raccolta di disegni e dipinti sul teatro.

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